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La Grecia ai tempi della Crisi


Esteri - Esteri
Scritto da Luisa Cocco   
Lunedì 14 Maggio 2012 00:00

Se è nei periodi più duri che gli uomini dimostrano realmente di che pasta sono fatti: questa verità vale senz’altro per un popolo come quello greco, che si è inventato davvero di tutto pur di risollevarsi dalla crisi. Dal “movimento della patata” ai circuiti di moneta locale, spuntati ovunque come funghi in tutta la penisola, sono infatti diverse le soluzioni creative con cui i Greci stanno tentando di rimettersi in piedi. E si perché dopo ben cinque anni di recessione, un debito pubblico che va oltre il 160 per cento del Pil e un crollo del salario minimo sotto i 600 euro al mese sembra proprio che qualcosa si stia muovendo nel mondo ellenico.Morte le speranze di un aiuto esterno, infatti, il clima di austerità imposta ha portato la gente ad unirsi non soltanto per protestare ma anche per aiutarsi l’un l’altro. Ed è proprio dal basso che sono nate le idee più creative per contrastare la crisi come quella, ad esempio del “movimento delle patate”: una rete commerciale di vendita diretta dal produttore al consumatore, messa su da un professore di marketing a Salonicco. Un sistema che, tagliando fuori tutte le figure intermedie che ci sono tra il contadino e chi va a fare la spesa al supermercato, permette di abbattere drasticamente i prezzi di tutti i generi alimentari. A trarne beneficio, evidentemente, non solo i consumatori ma anche gli stessi produttori, finalmente con qualche soldo in tasca in più. Ma se la filiera corta, in fondo non rappresenta una grossa novità soprattutto in un periodo di recessione globale, quale quello che stiamo vivendo, il vero premio alla creatività sociale va a chi più semplicemente riesce a fare meno dei soldi.

Sono, infatti, ormai più di trenta i circuiti di moneta locale grazie ai quali i greci continuano a sopravvivere anche senza l’euro: un esempio per tutti la rete che a Volos, cittadina portuale tra Atene e Salonicco, ha sostituito all’euro il Tem, una valuta locale perno di un sistema a metà fra la banca del tempo e il baratto. Se la banca del tempo funziona solo con lo scambio di prestazioni e il baratto con lo scambio di cose, il tem permette di fare l’una e l’altra cosa. Una moneta virtuale ma scambiata in un luogo reale, un edificio abbandonato concesso dall’Università di Volos, dove la gente si incontra per portare a casa quello che aumento delle tasse e taglio degli stipendi non consentirebbero altrimenti di acquistare.

Ma come funziona? Il sistema è molto semplice: le persone si iscrivono online e accedono a un database che è una specie di lista per soli membri. Un’unità di Tem vale quanto un euro e può essere utilizzata per scambiare beni e servizi. Così c’è chi scambia vestiti o chi offre lezioni d’informatica e d’inglese in cambio di venti tem all’ora da spendere in olio, pasta e pane. Per gli assegni basta un sms che registra il passaggio da un conto on-line all’altro e per chi non ha molta dimestichezza con il pc ci sono voucher di carta. Inoltre, per far circolare sempre i beni ed evitare sprechi, la rete non consente l’accumulo e l’accaparramento: chi arriva a possedere più di 1.200 unità sul suo conto è costretto a rimetterle in circolo in fretta. Se all’inizio a partecipare erano soltanto disoccupati che così riacquistavano un minimo di disponibilità finanziaria, ora la rete apre i suoi contatti a professionisti e negozi. Circuiti come quello di Volos si stanno diffondendo sempre più numerosi in tutta Grecia e, anche se qualcuno non ha creato ancora una moneta ad hoc, in tutti la filosofia è sempre la stessa: scambiare o offrire quello che non si può più comprare con la moneta reale. 
 
Luisa Cocco

 

 

 

altro link

http://www.dimmicosacerchi.it/forum/curiosita-dal-mondo-vf193/grecia-la-valuta-alternativa-tem-pagare-senza-avere-un-tasca-vt51264.html
1 fan 1 albero. Al link tutte le spiegazioni del progetto:

Nello stato di Kerala, in India, gli alberi non vengono mai abbattuti. Se serve spazio per costruire un edificio, gli alberi vengono disinterrati e trasportati in un'altra località più appropriata.


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